Rolex ref. 1530/1630, Specie diversa – Blog
L’automatico ref. 1530 d’acciaio della Rolex è tra tutta la modellistica della Casa coronata uno dei più atipici, singolari e quindi rari modelli prodotti in catalogo.
( Catalogo americano 1975)
Il 1975 circa segna l’anno in cui comparve per la prima volta sul mercato e sembra, da fonti abbastanza attendibili, che tale modello fosse la risposta in chiave Rolex ai modelli con bracciale integrato di gran moda all’inizio degli anni 70 come il Royal Oak della Audemar-Piguet, il 222 della Vacheron & Costantin, Patek Nautilus ecc che tanto successo stava riscuotendo sui mercati internazionali.
Per analizzare il perche’ di questo modello dobbiamo fare un passo indietro: 1962
Rolex partecipa insieme ad altre 20 marchi Svizzeri al Centre Horologer elettronique per sviluppare un movimento elettronico per orologi da polso.
Il risultato finale è stato il BETA 21, un autentico movimento innovativo, di forma, con prestazioni al di sopra dello standard del periodo.
Circa 16 marchi montarono questo movimento sui loro modelli e l’assemblaggio di questo movimento non consentiva particolari personalizzazioni in funzione del marchio che lo montava.
In pratica quello che si trovava su Rolex era uguale a quello di Bulova (con tutto il rispetto).
Rolex decise di montarlo su una serie speciale limitata e numerata a 1000 esemplari denominata 5100.
La serie fu prenotata e venduta prima ancora della sua produzione e quindi un successo per Rolex, solo in oro, giallo o bianco, vetro minerale, design all’avanguardia, promozione commerciale
da manuale : infatti erano orologi d’elite e presentati cosi:
Alla nostra sede centrale di Ginevra, vi è un registro chiamato Albo d’Oro, dei nostri clienti che con orgoglio possono contare il Rolex Quartz tra i loro beni.
Essi possono fare parte del Rolex Quartz Club, uno dei più esclusivi club immaginabile.
I membri del Club sono benvenuti a Ginevra. Alla loro prima visita, sono invitati a firmare il registro d’oro e possano godere di un tour personale della sede centrale di Rolex Ginevra.
Nonostante Rolex sia stata orgogliosa del 5100 esso rappresentava una anomalia della sua tradizione. Dato che Rolex aveva costruito la sua reputazione intorno alla cassa oyster e in questo caso aveva invece dovuto adattare una cassa ad un movimento e quindi il 5100 veniva dichiarato resistente all’umidità e non impermeabile, inoltre il montare un movimento presente ed identico ad altre 16 Maison mise Rolex in una posizione insostenibile e nel 1972 si ritirò dal consorzio BETA 21 e iniziò a progettare un proprio movimento al quarzo.
Sulle tendenze del momento venne sviluppato propio in quegli anni l’orologio oggetto di questo articolo, il 1530, destinato progettualmente al futuro movimento al quarzo 5035, ancor oggi uno dei più belli e resistenti movimenti al quarzo esistenti.
Gli occorsero 5 anni per progettare questo movimento e nel frattempo in alcuni selezionati mercati fu introdotta la ref 1530 con il cal. automatico 1560.
Così, ad una riflessione più attenta ed approfondita tutto questo farebbe davvero supporre come, per la Maison, ciò rappresentasse la probabile e forse probante risposta ai modelli proposti dalle altre case con caratteristiche morfologiche davvero similari, ovvero Rolex voleva essere presente con un modello che seguiva la tendenza del momento e voleva dedicargli anche un esclusivo movimento che non era ancora pronto..
Già la forma della sua cassa di tipo “Carrè-Galbè” esulava di molto dal quella tipica e rotonda dei classici Oyster fino ad allora prodotti,aveva una dimensione di 35 mm. e, per la prima volta (dopo il 5100) in Casa Rolex, una vera novità: il vetro minerale! La corona di carica tipica di questo modello è la 24/5330 più piccola della 24/600 montata successivamente sull’Oyster Quarz.
Il quadrante del 1530 in acciaio, questa nostra precisazione è d’obbligo in quanto tale modello fu prodotto anche nella versione acciaio/oro referenziata però come 1630 e molto più rara in quanto assai più costosa ai tempi e di cui ci occuperemo più avanti, era di colore argenté come riporta l’unico catalogo Americano che ho trovato con quest’orologio e champagne o argenté per l’acciaio e oro, con riportata la “sola” scritta Date ( oltre naturalmente alla canonica Oyster Perpetual) ad ore 12 mentre, ad ore 6, aveva la certificazione di cronometro ufficiale in quanto il suo calibro era il noto e collaudatissimo 1570 aggiustato in 5 posizioni. Il quadrante di forma classica Date/datejust aveva la particolarità di essere costituito in due parti, la base con le indicazioni
delle ore e una pista fatta ad anfiteatro con stampati i secondi, ad ore 6 la scritta T swiss T ed ogni 5 secondi, meno che ad ore 12 un pallino di trizio luminoso.
Proseguendo nel descriverlo veniamo al suo bracciale e notiamo la totale atipicità e profonda differenza rispetto ai classici bracciali oyster e/o jubileè d’uso comune in casa Rolex. Ref.96660 e 96673 per il modello acc/oro.
Le sue maglie, infatti, appaiono molto più massicce e pesanti, di forma assai diversa e quasi piatta nella loro sezione al traverso ma, soprattutto, completamente integrate alla carrure tanto da non potervi montare, in caso di richieta, alcun altro tipo di bracciale e, men che meno, un cintolino in pelle. I primissimi modelli avevano i perni al posto delle viti del bracciale.
La prima versione prodotta fu la 1530 in acciaio, il fondello è dedicato, mentre nell’acciao/oro ovvero il 1630, si poteva trovare il fondello del suo successore: ref 17000.
La ref 1630 ha morfologia molto simile se non identica ma differenziantesi, naturalmente, per le “intrusioni” d’oro tanto degli indici-quadrante quanto della lunetta, del bottone di carica e delle tre linee centrali sempre d’oro sul suo bracciale.
Tutto il resto era perfettamente identico movimento incluso ma fatto salvo il quadrante in questo caso dorato e, stavolta, riportante, sempre ad ore 12, la scritta “Date-Just” e non più solo “Date” come nel modello d’acciaio pur avendo lo stesso identico movimento ossia il 1570 e le solite dimensioni.
Informandoci da più fonti autorevoli riguardo ad una tale “anomalia” di scritte nessuno, per il vero, è riuscito a fornire risposte esaustive e convincenti quindi l’ipotesi più probabile risiede, riteniamo con alta approssimazione, nel tipico credo commerciale di Rolex con cui, da sempre, ha inteso impreziosire e privilegiare i modelli più costosi con specifiche, Date-Just per l’appunto, più autorevoli ed importanti, oppure essendo un progetto nuovo ed innovativo, non c’era chiarezza in quale famiglia, date o datejust, inserirlo.
I prezzi di questi due orologi che, senza troppo esagerare, definiremmo quasi prototipali erano, all’epoca, piuttosto impegnativi rispetto agli analoghi e corrispondenti modelli più comuni ovvero il… date ref. 15000 ed il datejust ref.16000.
Rolex, pertanto, decise sia con l’intento di ridurre i costi per ambo i modelli sia con quello di seguire la moda del tempo meramente indirizzata ai movimenti al “quarzo” di produrre i medesimi non più con movimento automatico ma bensì con la molto più economica “pila”.
Da un punto di vista squisitamente collezionistico tanto il 1530 che il 1630 meccanici rappresentano sicuramente delle rarità in quanto la loro produzione più che esigua fu di assai breve durata e definitivamente sospesa cica nel 1977.
In conclusione è giusto rilevare, seppure oggigiorno l’attenzione del collezionismo sia massimamente e, secondo chi scrive, esageratamente appuntata sui modelli squisitamente tecnici di Casa Rolex, ed infine porre all’attenzione di tutti coloro che vi volessero prestare un minimo del personale interesse vintage come, questi due semi-prototipi, per eleganza, rarità ed eventuale rivalutabilità non abbiano niente da invidiare a nulla ed a nessuno.
Stefano Mazzariol